L'INCANTO DELLA LUCE NEI DIPINTI DEL MAESTRO GIANNI BALZANELLA
I dipinti del maestro Gianni Balzanella
rappresentano il succo trasfigurato dei suoi
paesaggi, tra marine, scorci di Venezia, limpide
sorgenti che si aprono alla luce ed all'aria. Diceva
Matisse: “La pittura è rapporto” . E spiegava: “Il
rapporto è amore”. C'è in questa pittura la capacità
di instaurare un rapporto amoroso con le cose, con
delicatezza, come se i quadri fossero liriche
lontananze. La stessa natura appare nel dipinto
filtrata, quindi, riassaporata tra i preziosi valori dei
verdi che si integrano con la leggerezza dell'aria di
un azzurro terso, che rende limpide e chiare le
vedute libere, senza costrizioni. Vi sento il respiro di
un'illustre civiltà che nasce dall'Impressionismo
francese e che si evolve verso un'ambientazione
sognante, mentre nelle prospettive dilatate dalle
emozioni interiori, tra viali di città, essa diviene
quasi metafisica nei silenzi d'animo.
Questo è, dunque, Impressionismo? Non
propriamente. La fenomenicità della visione, tipica
di Monet, subisce una sorta di passaggio, attraverso
il ricordo che avanza. La differenza non è evidente,
ma la fragranza dell'emozione cede il passo alla
nostalgia dell'attimo perso.
Ecco quindi, i suoi paesaggi si aprono a vedute
marine, così limpide, in cui i toni cantano
armoniosamente le ocra dorate, gli azzurri celestini,
i verdi variegati della vegetazione, dove la pittura
diviene una musica vivaldiana: una melodia
tranquilla, in cui le immagini si illuminano di bianca
luce nella conciliazione tra senso ed intelletto,
natura e poesia. Balzanella ha il coraggio di
misurarsi con i grandi artisti del passato storico della
pittura non solo italiana, da Cézanne a Turner,
cogliendo nell'armonia la lezione della pittura come
trasfigurazione della luce, come magia dei sensi ed
incantamento dell'anima nei paesaggi nevosi ed
atmosferici, dove le vedute appaiono vibranti ed
indefinite in un clima silente. Ma nel contempo
guarda alla natura, cercando da essa gli stimoli
visivi come sentimentali, per quel rapporto di cui
parlava Matisse. Nella sua splendida pittura si
percepisce questa sua esigenza primaria di dialogo
con il dato naturale nella sospensione di preziosi
attimi. Alla fine, l'illusione e lo straniamento delle
realtà ci trasportano verso una dimensione
esistenziale dell'autore, una dimensione quasi
dorata, in cui è bello vivere nei sentimenti che solo
il linguaggio universale dell'arte può trasmettere ad
ognuno di noi in un nuovo sogno.
Carla d'Aquino Mineo
dott.ssa Carla D'Aquino Mineo [Critico d'Arte, giornalista, curatrice.]
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